Si, ho avuto tempo … diciamo che mi sono ritagliata un piccolo spazio ieri sera dopo cena per preparare un dolce per la colazione.
Voi come iniziate la settimana?!
Solo Caffè o caffellatte e dolcetto?
Questa volta sono andata sul classico … senza farine “strane”, ma ho utilizzato lo yogurt alla pesca e le pesche noci “piatte” … e poi, frutta secca (nella ricetta scoprirete cosa) e … non ho messo il burro (ma solamente olio di semi).
Va beh, oggi io inizio così … però voglio lasciarvi la mia ricetta speciale. Pronti?
Ingredienti:
150 gr di yogurt alla pesca
60 ml di olio di semi
200 gr di farina per dolci “00”
2 uova intere
1/2 bicchiere di latte
Un pizzico di vaniglia
120 gr di zucchero semolato
40 gr di mandorle intere spellate
2/3 pesche noci piatte (o 2 pesche noci classiche di piccole dimensioni)
1 bustina di lievito per dolci
Per decorare: 20 gr di lamelle di mandorle e zucchero a velo
Procedimento:
In un robot da cucina frullare le uova con lo zucchero. Aggiungere le mandorle intere e tritate. Versare lo yogurt, l’olio, il latte, la vaniglia e mescolare.
Aggiungere la farina setacciata con il lievito. Mescolare e versare in uno stampo sa plumcake unto e infarinato.
Diporre in superficie i pezzetti di pesca, le lamelle di mandorla e un po’ di zucchero semolato (per far formare la crosticina).
Infornare a 180 gradi (forno già caldo) per circa 30 minuti.
Una volta cotto, lasciarlo intiepidire e decorarlo con zucchero a velo. Servire.
Se non avete grandi idee, se avete poco tempo e se volete preparare un dolce strepitoso e cioccolatoso per una cena tra amici … la TORTA TENERINA fa al caso vostro!!!
Ieri pomeriggio, tornata a casa dal mare di fretta, l’ho preparata in pochissimo tempo ed è piaciuta moltissimo (un pezzetto l’ho portato via per la mia colazione di questa mattina)!
Non me ne vogliate, ma ultimamente sto rispolverando un po’ della tradizione di famiglia … ❤️
Oggi è la volta de “LA PIZZA DOGGE” (dolce) teramana (come la faceva la mia nonna paterna Carlotta). Qui a Teramo (ma diciamo in Abruzzo con le sue innumerevoli varianti), rappresenta la torta delle feste per eccellenza.
E’ la torta nuziale di un tempo, quella che suggellava l’unione tra gli sposi.
Ricordo che a noi bambini non piaceva molto, perché intrisa di liquore e poi c’era il caffè: assolutamente proibito!!!
Da adulta l’ho iniziata ad apprezzare e, ogni tanto, mettendo in pratica ricordi e “dritte” di famiglia, mi diverto a realizzarla, seguendo il mio gusto e l’amore per i fiori e per i colori.
E’ composta da strati di Pan di spagna bagnati con l’alchermes, il caffè e il rum e farciti con crema gialla e crema al cacao (o con cioccolato fondente).
Tutta la superficie è poi ricoperta da panna montata (qualcuno utilizza albumi a neve con zucchero a velo) e decorata con corallini di zucchero, ciliegine candite … ma si può dare libero sfogo alla fantasia … Io ho utilizzato panna e fiori freschi (seguendo la tradizione di famiglia e, naturalmente, della mia nonna Carlotta) …
Ingredienti:
Per il Pan di Spagna: 5 uova fresche
4 cucchiai di zucchero
5 cucchiai di farina
buccia grattugiata di 1/2 limone
1 bustina di lievito per Pan di Spagna
Per la crema: 4 tuorli d’uovo
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai rasi di farina
4 bicchieri di latte (da circa 200 ml)
1 stecca di cannella
30 gr di cioccolato fondente o di cacao amaro
Per la bagna del Pan di Spagna: alchermes q.b diluito in poca acqua
caffè q.b. diluito in poca acqua
rum q.b. diluito in poca acqua
Per decorare: 250 gr di panna da montare
confettini colorati o ciliegine candite e fiori commestibili bio
Preparazione:
Rompere le uova e sbatterle in una terrina con lo zucchero, unire la farina setacciandola sopra il composto, aromatizzare con la scorza di limone.
Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e fare cuocere a 180° per 30/40 minuti. La cottura sarà ultimata quando il Pan di Spagna presenterà una delicata doratura.
P.S. E’ consigliabile preparare il Pan di Spagna il giorno prima (per preparare questa torta, ho fatto un unico strato basso e, poi, l’ho tagliato in tre dischi tondi con un coppapasta).
Preparare la crema. In una terrina, mescolare lo zucchero con i tuorli dell’uovo. Aggiungere la farina e stemperare con il latte evitando di creare grumi. Versare in una pentola, aggiungere la stecca di cannella e fare cuocere a fiamma medio bassa, continuando a girare, fino a quando la crema si sarà addensata. Eliminare la stecca di cannella e dividere la crema in due scodelle, in una, aggiungere il cioccolato spezzettato, mescolando fino a quando si sarà sciolto completamente (si può sostituire con il cacao amaro).
Tagliare orizzontalmente il Pan di Spagna per ottenere 3 dischi di uguale spessore. Sistemare il primo disco di Pan di Spagna su un piatto da portata, bagnarlo con un po’ di caffè diluito in poca acqua. Spalmare sopra uno strato uniforme di crema al cioccolato. Sovrapporre un altro disco di pan di Spagna, bagnarlo con l’alchermes diluito. Fare uno strato di crema, proseguire con il terzo disco imbevuto di composto al rum.
Mettere in frigo a raffreddare. Nel frattempo montare la panna, e ricoprire la torta, decorandola a piacere.
Continuiamo a parlare di tradizione, di Teramo, di piatti che non si dimenticano mai e dei luoghi incantati della città.
E’ domenica e voglio fare un salto nel passato, quando da piccolissima mia madre mi portava alla Villa Comunale a fare due passi e a guardare i cigni e le paperelle. Non credo esista a Teramo un bambino che non sia mai stato con i genitori o con i nonni alla Villa Comunale.
Qualcuno l’ha definita “un’oasi di pace” … ed è proprio così … ci si perde nel verde dei giardini e si torna indietro nel tempo.
Nel 1841 nell’area della Villa, sorgeva l’orto botanico voluto da Ignazio Rozzi, medico e naturalista, animatore della “ Società Economica” della stessa città. Ma, appena dopo la sua morte, nel 1884, l’orto botanico divenne Villa Comunale.
Al centro della Villa un laghetto con papere, cigni, tartarughe … e lungo i viali troviamo diversi cippi funebri dedicati a illustri personaggi teramani.
Nel giardino, nato tra il 1868 e il 1888, troviamo il Museo Civico di Teramo (o Pinacoteca Comunale), che raccoglie, nelle sue 15 sale, molteplici opere, una volta, sede del Tribunale della città. Qui anche l’affresco del pittore Gennaro della Monica, “Bruto e i figli” (1886), chiamato per dipingere il salone della Corte d’Assise del Tribunale.
La Villa Comunale oggi (2021) e la sfogliatella
Ma quale piatto teramano oggi?!
Un po’ fuori stagione … ma sono sempre buonissime, le SFOGLIATELLE alla TERAMANA conmarmellata d’uva.
Questa è la ricetta della mia zia paterna …
Io non sono molto brava e, quando e se decido di prepararle, utilizzo i rotoli di pasta sfoglia già pronti. E poi, dentro, metto solo marmellata d’uva (la sfogliatella mi piace così).
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