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Le mie pause pranzo sono sempre frettolose (o per un motivo o per un altro). 

Ieri pomeriggio avevo un gran da fare … un po’ di fermento e di preparativi per il MIO POMERIGGIO di DOMANI (non vedo l’ora 🤩)!!!  #acasadicarla 

E così un primo piatto veloce (inventato all’istante e su due piedi)… da ripetere sicuramente perché era veramente gustosissimo! Soprattutto per chi ama i ceci e i gamberetti. 

Ceci già lessati nel barattolo di vetro e gamberi già puliti congelati (di quelli di media misura)! 

Veramente 10 minuti di orologio per avere un piatto così!


Ingredienti per 2 persone:

  • 400 gr di ceci già lessati
  • 200 gr di gamberetti puliti 
  • 2 pomodori pelati 
  • Prezzemolo
  • Olio evo
  • Uno spicchio di Aglio
  • Peperoncino rosso piccante
  • Sale
  • Pane abbrustolito tagliato a dadini

Procedimento:

In una pentola a bordi alti versare 4/5 cucchiai di olio evo, l’aglio e i pomodori pelati schiacciati con una forchetta. Aggiustare di sale e aggiungere un po’ di prezzemolo e il peperoncino piccante a pezzetti. Mescolare e cuocere a fuoco basso per 10 minuti. Aggiungere i gamberetti e cuocere due/tre minuti. 

Versare i ceci già lessati. Mescolare e tenere sul fuoco per circa 5 minuti. Abbrustolire il pane e tagliarli a dadini. Versare la zuppetta nei piatti, aggiungere il pane e un filo di olio evo. Servire. 

Non so a casa vostra … ma da me, nella cesta della frutta fuori al balcone della cucina, ci sono sempre tantissime arance 🍊 (quelle da spremuta, per intenderci) … 

E, ogni volta che le guardo, mi assale sempre la voglia di preparare un dolcetto, morbido e profumato. 

Così, ieri sera, tardi, dopo aver preparato zeppole, pallottine, sughetto con le pallottine e cucinelle varie, mi sono detta: ma una piccola ciambella all’arancia, di quelle che ti inondano la casa di profumo e che ti tirano su il morale quando ti accorgi che il giorno seguente è ancora “lunedì”?!? 

L’ho fatta! Ed eccola qui … seguendo una vecchia ricetta che preparava una mia amica di università.


Ingredienti:

  • 30 gr di burro
  • 30 ml di olio di semi
  • 150 gr di farina per dolci
  • Il succo di un’arancia
  • la scorza di un’arancia 
  • 50 ml di latte 
  • 100 gr di zucchero semolato 
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 4 uova intere
  • Zucchero a velo qb

Procedimento:

In un robot da cucina polverizzare lo zucchero con la scorza del l’arancia. Aggiungere le uova e frullare un paio di minuti. Aggiungere il succo d’Arancia e il latte. Mescolare. Aggiungere il burro morbido e l’olio di semi, poi la farina Manitoba e il lievito in polvere. 

Versare in una tortiera a ciambella imburrata e infarinata di circa 22 cm di diametro e cuocere a 180° per 35/40’. Una volta sfornata e raffreddata spolverizzate di zucchero a velo. 

La RED VELVET CAKE … non poteva non essere “lei” la regina della mia “cena per la Festa di San Valentino” #acasadicarla ♥️

Ha stupito anche me … forse per il suo colore (che faceva da pendant al mio vestito o ai tanti palloncini e cuoricini sparsi per casa e sulla tavola … ) … o forse perché sono riuscita a realizzarla pur non avendola mai preparata … 

Faccio sempre così: esperimenti su esperimenti 😅 … anche con il rischio (alto) di fallire … 

Beh, vi lascio ricetta e procedimento (ma anche qualche scatto … di tutto) 

Ingredienti (per uno stampo di 24 cm di diametro):

  • 380 gr di zucchero semolato
  • 150 gr di burro morbido 
  • 3 uova medie
  • Colorante rosso liquido (30 gr)
  • Un pizzico di sale 
  • 50 gr di cacao amaro 
  • 300 gr di yogurt bianco
  • 380 gr di farina manitoba
  • Una bustina di lievito per dolci

Per la farcia:

  • 600 gr di panna Hopla’ da montare 
  • 300 gr di formaggio cremoso (tipo Philadelphia)
  • 3 Rose rosse 

Procedimento:

n un robot da cucina montare il burro con lo zucchero. Aggiungere le uova e continuare a montare. Aggiungere il colorante e continuare a mescolare. Unire il cacao setacciato. Mescolare bene. Setacciare la farina insieme al lievito direttamente nella ciotola del robot da cucina. Mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare nello stampo unto e infarinato e cuocere per circa 40 minuti a 180 gradi. Lasciare raffreddare (io ho utilizzato il “pan di Spagna rosso il giorno dopo). In una ciotola montare la panna e poi aggiungere il formaggio. Mescolare bene. Farcire la torta (io tre strati) e poi coprirla di farcia decorandola come in foto.

Red Velvet Cake

Che belli i colori, di quelli che si trovano in natura senza fare “giochi di prestigio” … 

Anche durante il periodo invernale è possibile portarne tanti a tavola, rendendo un po’ più allegra l’atmosfera, senza compiere grandi sforzi. 

Non so voi, ma io sono una grande sostenitrice di tutto questo! 

Può essere un piatto particolare, una tovaglia, un ingrediente, un fiore, una candela … una bevanda o lo stesso colore del vino … beh… c’è sempre l’imbarazzo della scelta. 

Oggi il mio colore è il VIOLA (per molti non è un colore bene augurante)! 

Vi lascio ugualmente la ricetta di questa coloratissima vellutata … veloce e gustosa, da assaggiare assolutamente. E … anche io, se scorrete le foto in galleria, vedrete che sono tutta viola …

L’altro giorno vi ho accennato alle mie “cene”, quelle che ho chiamato “dandomi un tono” … A CASA di CARLA #acasadicarla 

Ho deciso. Tanto tempo chiusi in casa, poi, la voglia di non stare chiusi e di cogliere ogni occasione per uscire: cene, pranzi, apertivi … 

Sarà il freddo invernale, sarà che mi frullano sempre nuove idee, sarà che mi piace cucinare, sarà che mi piace la buona tavola e pure la bella tavola e la bella gente e … che mi piace chiacchierare e stare in compagnia …

Sarà tutto questo insieme e forse altro … che ho voluto inventarmi un “format” di cena tutto mio, senza una cadenza particolare, senza imposizioni, con un menu studiato di volta in volta nei particolari … delle cene, insomma, che mi facciano stare bene!! 

L’altra sera, ancora amici, ancora cibo, ancora fiori e … tante POLPETTE dall’antipasto al dolce!

Una rondine non fa Primavera … si dice così, non è vero?

A casa mia, ieri, nonostante il freddo, nonostante il mese di Gennaio, nonostante … tutto il resto, è arrivata un’ondata di freschezza e di Primavera. 

Si dice che i FIORI siano il simbolo di vita e di rinascita, e che con la loro presenza riescono a rallegrare gli animi più cupi e a scaldare i cuori più gelidi…

Molti scrittori e poeti parlano dei fiori 🌺 🌹… Marcel Proust … 

“Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici, sono gli affascinanti giardinieri che rendono la nostra anima un fiore”! 

Proprio vero … “gratitudine” solo a chi ci rende felici … 

E io spero – con tutte queste piccole margherite – e con le mie piccole e adorate POLPETTINE FRITTE di RICOTTA alle verdure e zenzero, di portare a tutti voi un’ondata di benessere e di felicità!


Ingredienti (per circa 20 polpettine):

Per l’impasto:

  • 200 gr di ricotta di vacca 
  • 1 uovo intero
  • 4 cucchiai di verdure trifolate (zucchine, carote, peperoni, broccoletti, …) – qui il Contorno leggero di OROGEL 
  • 1 cucchiaio di parmigiano 
  • Pangrattato qb (sia per l’impasto che per l’impanatura)
  • 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere 
  • Prezzemolo fresco
  • Sale
  • Pepe
  • Olio per friggere 
  • Maionese 
  • Margherite di campo (per decorare)

Procedimento:

In una ciotola capiente mettere tutti gli ingredienti per le polpette e mescolare. Aggiungere le verdure. 

Formare delle sfere (piccole) e adagiarle su un piano rivestito di carta da forno. Rotolarle nel pangrattato. Portare l’olio a temperatura e tuffare le polpettine. Farle dorare, scalarle su carta assorbente. 

Guarnirle come in foto. 

Una settimana dedicata all’Abruzzo e alla sua Tavola, quella di VistoTV con Novella2000

Tantissimi piatti, dalla tradizione ai prodotti tipici del territorio e qualche ricetta di famiglia. 

E’ domenica e, se siete a corto di idee, vi lascio  “la ricetta di copertina”, quello delle Tagliatelline con lo Zafferano di Navelli .

E qui, grazie al terreno propizio e alla costanza degli abitanti del luogo, lo zafferano è riuscito a diventare negli anni uno dei simboli distintivi e caratteristici di queste zone.

I pensieri sono tanti, ma quello più popolare racconta che la pianta sia originaria dell’Asia Minore, in particolare delle zone montuose dell’Iran e del Mediterraneo orientale e che, solo successivamente sia arrivata in Abruzzo, grazie al padre domenicano Domenico Santucci (nativo di Navelli – L’Aquila), grande estimatore delle proprietà dello Zafferano, che riuscì a trafugare i bulbi dalla Spagna (in cui era soggetto a leggi e controlli molto severi), portandoli con sé nel suo paese natale.


Ingredienti:

  • 250 gr di tagliatelline all’uovo (o altra pasta) 
  • 10/12 fiori di zucca freschi
  • 1 bustina di zafferano o qualche pistillo 
  • 1 tuorlo d’uovo
  • 4 cucchiai di pecorino abruzzese
  • Scorza di limone
  • 1 spicchio di aglio incappucciato
  • Olio EVO qb

Procedimento:

In un’ampia padella versare un giro di Olio EVO e lo spicchio di aglio: soffriggere per un paio di minuti. Aggiungere i fiori di zucca lavati, puliti e tritati, cercando di tamponare bene l’acqua in eccesso. Cuocere circa 10 minuti, aggiungendo un po’ di acqua e lo zafferano in polvere.

Nel frattempo, in una pentola a bordi alti, versare l’acqua leggermente salata per cuocere le tagliatelline.

Scolarle al dente e versarle nella padella con i fiori e, dopo aver spento il fuoco, aggiungere il tuorlo d’uovo sbattuto con il pecorino e la scorza di limone. Mantecare bene e, se necessario, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Servire e per chi vuole spolverare con un po’ di pepe.

Chi di voi ricorda il gioco del “pangotto” ?… quello che si faceva con le biglie di vetro colorato stando sdraiati a terra a pancia in sotto?! 

Se non mi sbaglio, consisteva nel colpire un paio di volte (pingulo … e pangotto) e poi catturare la sferetta all’avversario (almeno come lo so io). Ricordo le decine di sfere di vari colori che andavano in giro per casa … anche se era un gioco soprattutto da ragazzi … ma a me piaceva moltissimo lo stesso.

E questa mattina ho pensato al “pangotto” perché queste “biglie” bianche e nere (che non sono però di vetro) mi riportano indietro nel tempo e mi verrebbe voglia non di mangiarle, ma di “farle scontrare” tra loro come facevo una volta da piccola “giocando a pangotto” con i miei cugini.

Ma non si può … perché vi assicuro che conviene di più mangiarle … 

Ringrazio Eridania Italia che mi ha dato la possibilità di assaggiare il suo “zucchero extrafine&fibre”, ricco di fibre e ideale per ridurre lo zucchero e l’impatto glicemico nelle ricette.

Ora si che posso mangiare tutte le biglie che voglio …


Ingredienti (per circa 20 palline):

  • 250 gr di ricotta vaccina
  • 125 gr di zucchero extrafine Eridania
  • 150 gr di farina di cocco 
  • 2 cucchiaini da the di cacao amaro
  • 2-3 cucchiai di cocco rape’

Procedimento:

Versare la ricotta in una ciotola capiente. Unire lo zucchero e amalgamare bene con l’aiuto della forchetta.

Aggiungere la farina di cocco un po’ alla volta. Mescolare bene fino a ottenere un composto non troppo duro e dividerlo in due parti.

In una parte aggiungere il cacao in polvere e mescolare bene. 

Formare con le mani le palline, partendo dall’impasto bianco e proseguendo poi con quello al cacao. Disporle su un piano rivestito con carta forno e poi passarle nel cocco rape’. Metterle in frigo per un paio d’ore e poi servirle (possono essere appoggiate in appositi pirottini di carta per dolcetti). 

Un piccolo borgo abruzzese in provincia di Teramo, avvolto dai Monti Gemelli e intriso di storia e di antiche tradizioni.

Con Campli, inizia il mio percorso tra i borghi d’Abruzzo e d’Italia sulla Rivista VistoTV, in edicola settimanalmente assieme a Novella 2000.

Ma scopriamo insieme un pò di storia e qualche curiosità e non dimentichiamo che il 18 agosto 2022 avrà inizio la 51^ edizione della Sagra più antica d’Abruzzo, quella della Porchetta Italica, inaugurata nell’anno 1964.

Siete pronti? Seguitemi e venite a viaggiare con me …

Io con la Rivista settimanale VISTOTV in edicola con NOVELLA2000 – Luglio 2022

Campli, il piccolo ma grazioso borgo farnese noto per la Scala Santa e per la sua profumatissima porchetta italica, sorge ai piedi dei Monti Gemelli, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a pochi chilometri dalla città di Teramo, in Abruzzo.

Ed è proprio grazie al suo vasto patrimonio artistico e culturale che nel 2021 è riuscita a guadagnare la sesta posizione tra i Borghi più belli d’Italia, merito sia degli eleganti palazzi cinquecenteschi, degli edifici porticati del centro storico risalenti al XIV secolo, del Santuario della Scala Santa (luogo sacro di sola preghiera), della Cattedrale di Santa Maria in Platea, del Palazzo del Parlamento c.d. “Farnese” (sede del Municipio ed edificio civico più antico d’Abruzzo), ma anche della forte attenzione alla promozione del territorio e alla valorizzazione dei suoi tesori.

Una piccola cittadina che ha mantenuto negli anni l’aspetto di un borgo mercantile medioevale, e dove, a pochissimi chilometri, ai piedi della montagna e immersa nella natura, si trova la Necropoli di Campovalano, ricca di numerosi reperti e che ha ospitato per circa mille anni un cimitero di Italici.

Ma tra le numerose bellezze da scoprire, oltre a trovare il Giubileo della Scala Santa, indetto da poco in occasione del 250° del Santuario e che durerà fino al 30 aprile 2023, il borgo di Campli ospiterà anche quest’anno la Sagra più antica d’Abruzzo: quella della Porchetta Italica (18-23 agosto), inaugurata nel 1964.

Secondo me, la PORCHETTA rappresenta per la città Farnese un bene culturale, un simbolo gastronomico, tramandato negli anni tra le varie generazioni, da sempre presente nelle tavole di nobili, vescovi, principi, nelle sagre di città, gustata nelle piazze, in occasione di fiere e nel mercato settimanale. Insomma, una vera e propria chicca che non ha nulla da invidiare (a detta degli esperti) a quella di Ariccia (nel Lazio) e a quella di Grutti (in Umbria).

Ho scoperto poi che in Abruzzo, fin dal Medioevo, i porchettai più famosi sono stati quelli di Campli e di Ripa Teatina (Chieti) e che, anticamente, la porchetta non poteva essere venduta se prima il Camerlengo (oggi il Sindaco), non ne avesse accertata la qualità e dunque stabilito il prezzo. Una specialità del territorio, quindi, “garantita e protetta”.

Dare un morso al panino fresco e croccante, farcito di fette calde di porchetta di maiale e di crosta non ha eguali, tanto che è divenuta negli anni uno dei principali poli di attrazione del nostro borgo incantato incastonato tra i Monti Gemelli.

E così nel lontano agosto 1964, grazie alla competenza di varie professionalità, nacque a Campli la Sagra della Porchetta, la prima Sagra in Abruzzo, con l’obiettivo di rilanciare il Comune Camplese, di far divertire i cittadini promuovendone le specialità gastronomiche. In quell’occasione, furono vendute più di 80 porchette alla presenza di 24 produttori; un vero e proprio successo, che negli anni a venire si è deciso, ragionevolmente, di non abbandonare.

Ma cosa la rende così speciale?

Certamente la qualità del maiale adulto (che pare non debba superare il quintale), il suo disosso, la salatura, l’impiego di un mix di spezie delicate per aromatizzarlo (generalmente sale, pepe, aglio e rosmarino), la legatura a mano e l’utilizzo di legna particolare per la cottura lenta (circa 6/7 ore) nel forno a legna. Un processo ben preciso in cui il grasso si scioglie, la crosta diventa croccante e la carne succulenta e prelibata:  una vera specialità.

Nel calendario degli eventi estivi farnesi 2022, troviamo la Settima edizione della Farnesiana (8-9 luglio), con la rievocazione storica di Margherita d’Austria: 14 ore di musica antica in due giorni, i Mercanti degli antichi mestieri, il Corteo Storico con l’arrivo della regina e il buon mangiare e il buon bere che si snoda tra gli antichi vicoli del borgo (prodotti tipici e piatti rinascimentali preparati con abilità dagli chef locali). E ancora, dal 28 agosto al 3 settembre, Campli, Borgo di Musica, una settimana di concerti, incontri d’autore, street food e degustazioni che si snodano nella cornice suggestiva del piccolo borgo.

Ma Campli è conosciuta non soltanto per il suo ricco patrimonio artistico e culturale o per la porchetta italica: famoso è anche il TARTUFO di Campovalano (la Sagra dall’11 al 18 luglio 2022) e Flora Merucci, l’eclettica executive Chef del Ristorante gourmet “Il Tubero d’Oro”, classe 1982, ne sa qualcosa.

I Prodotti del territorio (l’olio extravergine d’oliva, i funghi porcini, il tartufo dell’Azienda di famiglia a Campovalano), le materie prime fresche e genuine, i piatti sapientemente studiati per comporre i menù stagionali, gli ingredienti mixati a regola d’arte, rendono la cucina di Flora gustosa e prelibata anche per i palati più esigenti.

Ma di Flora e del suo prezioso “Tubero d’Oro” ne parleremo un’altra volta ….

Che fatica … la domenica sera, dopo un we faticoso ma piacevolissimo, una giornata trascorsa al mare … preparare il dolce per la colazione del lunedì … 

Caldo a parte … al mio dolce “infornato” non ci rinuncio … soprattutto quando è coperto da scaglie di cioccolato bianco e pistacchi 🥰

La colazione … impossibile per me rinunciarci e lasciarmi trasportare dalla banalità … mi piace iniziare la giornata al TOP! 

Voi cosa ne pensate?! Fate colazione appena svegli?! Come?! 

Qui la lista della spesa e … bisogna frullare tutto e infornare a 180 gradi per 25 minuti circa … io ho utilizzato il mio BimbyTM6 … un portento  ❤️ … ma è cosa nota … il piattino?! Il mio acquisto al mercatino dell’Antiquariato a Milano 😍


Ingredienti:

  • 4 uova
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 60 gr di cioccolato bianco al pistacchio 
  • 250 gr di mascarpone
  • 150 gr di farina 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • Scaglie di cioccolato bianco Decori’ e pistacchio sgusciato qb
  • zucchero a velo q.b. (Se volete) 

Procedimento:

Sbattere le uova intere con lo zucchero. Aggiungere il cioccolato in pezzi e tritarlo assieme alle uova con lo zuccero. Aggiungere il mascarpone, la farina mescolata al lievito in polvere. Frullare e, dopo aver ottenuto un impasto liscio e omogeneo, imburrare e infarinare uno stampo a ciambella e versare l’impasto. Decorare con le scaglie di cioccolato bianco e il pistacchio sgusciato a pezzi.

Infornare a 180 gradi per circa 25/30 minuti. Una volta cotto (fare la prova dello stecchino), per chi vuole, cospargere di zucchero a velo. Servire.