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Tradizione

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Una sera ero indecisa su cosa cucinare. Avevo dei peperoni rossi e delle uova, e cosi mi è venuta in mente una ricetta molto semplice e veloce, proveniente dalla tradizione abruzzese (e diffusa nel Meridione in generale, soprattutto nella cucina napoletana, dove il piatto è chiamato “ova ‘mpriatorio) …da noi: “uova in purgatorio”.

Non sono altro che uova al tegamino con peperoni e pomodoro 🥘 … qualcuno, invece di friggerle, per renderle più light, le cuoce in forno. 

Io… le ho stufate e ho cercato di renderle più “presentabili” impiattandole e personalizzandole così… 

Abbiamo già detto che la provincia di Teramo è piuttosto vasta (si estende per quasi 2000 km quadrati), vantando una costa adriatica piuttosto importante, in cui si affacciano sette località balneari, con litorali sabbiosi e clima mediterraneo, dove fioriscono oleandri, palme e pini marittimi.

Il mio cuore appartiene da sempre a Giulianova (essendo per metà giuliese), le cui origini risalgono all’antica Castrum Novum, colonia romana importante per l’attività commerciale. Ma di Giulianova apprezzo molto, oltre alla spiaggia ampia e sabbiosa, ai numerosi stabilimenti balneari e alla sua importante storia, gli innumerevoli manicaretti a base di pesce e non solo, tra cui il Brodetto, che se la batte con quello Vastese, le alici scottadito, la Zuppa di Pasqua (di cui vi svelerò la ricetta di famiglia in un’altra occasione), il brodo con il San Pietro e il piccato di alici per condire la pasta.

Elencherei innumerevoli altri piatti prelibati, che appartengono alla tradizione culinaria di famiglia, ma descrivere e raccontare il Brodetto alla Giuliese mi sembra piuttosto scontato.

Per la ricetta, ho seguito il libro del prof. Faranda sulla cucina teramana, ma ho fatto qualche piccola variante (sull’impasto, usando farina bolero e saragolla)… mentre il ripieno l’ho lasciato tradizionale, e cioè aggiungendo alla marmellata d’uva, alle mandorle, alla cannella e alla buccia di limone  il cioccolato a pezzetti.

P.S. Le varianti sull’impasto, perché oggi sono presenti tante di quelle farine che sperimentare e provarle mette veramente voglia! 

Ma perché si chiamano cosi?

Un altro piatto povero della tradizione contadina con acqua, farina, guanciale di maiale, fave e olio extravergine di oliva.

Anche questo piatto (proprio per la presenza delle fave) è caratteristico del mese di maggio, tanto che Morro d’Oro (antico borgo medievale in provincia di Teramo) ospita a fine maggio, da qualche anno, una manifestazione dedicata agli “antichi sapori e alle ricette della nonna”. 

Con il supplì al telefono sono tornata bambina! E’ una ricetta tipicamente laziale: polpette di riso al pomodoro dalla forma allungata con un cuore morbidissimo di mozzarella filante… ma ormai da anni diffusa in tutta Italia. 

Originariamente era considerata una ricetta del riciclo, perché preparata con riso avanzato (infatti, può essere utilizzato qualsiasi tipo di riso). 

Ieri sera un amico mi ha ricordato che oggi si festeggia la “giornata mondiale della carbonara” 🥚 , e allora mi sono detta “come posso non fare la carbonara”??? Evitiamo inutili e sterili polemiche.

Gli ingredienti della carbonara, ormai considerata un piatto internazionale, sono e restano cinque: guanciale di maiale, pecorino, uova, sale e pepe nero. Ma, come per tutte le cose, anche per la carbonara esistono versioni profondamente alternative: in Inghilterra, ad esempio, si fa uso di zucchine; in Spagna si aggiunge la panna; in Cina e Malesia si fa con il pollo. 

Io la preferisco tradizionale…